L’affitto è un fenomeno in costante crescita nel nostro Paese: l’ultimo dato utile riferito al 2019 ci dice che due proprietari su tre scelgono di affittare, e non di vendere, la loro seconda casa. Perché? Cerchiamo di capirne i motivi. 

Affittare? In passato meglio vendere

In passato, i possessori di più di un immobile preferivano, spesso a ragione, la vendita delle loro abitazioni in disuso. Si arrivava da un mercato immobiliare che non aveva subito scossoni, e vendere era un’opzione certamente profittevole. I prezzi delle case erano in rialzo e si realizzava una transazione con buona soddisfazione di tutti. Gli investimenti finanziari riuscivano a dare buona redditività con rischi contenuti, che a quel tempo il mercato delle locazioni non poteva garantire.

Ma alcune cose non cambiano

L’individuazione dell’affittuario era ed è un passo importante, sicuramente il più delicato per evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli e limitare al minimo il rischio che comunque ogni scelta comporta. Ora come allora, si deve fare attenzione a diversi fattori. La storia di ogni pretendente inquilino è importante: le referenze, le motivazioni, la composizione del nucleo familiare. Questi e molti altri aspetti ci devono aiutare a non commettere errori.

Affittare oggi

Il quadro attuale è drasticamente mutato. In Italia, la crisi dell'immobiliare ha causato una riduzione media dei prezzi degli immobili residenziali intorno al 30%. Nello specifico, il Cremasco sta registrando un aumento nel numero di compravendite, ma di riduzione dei prezzi medi di vendita. Ad oggi, grandi sconti in fase di trattativa sembrano l’unica soluzione praticabile per cedere la proprietà e ottenere nuova liquidità.

Inoltre, siamo in una situazione di bassissimi tassi di interesse per cui uscire dal mercato immobiliare per entrare in quello mobiliare non è consigliabile. Alla luce di quanto detto, vendere un immobile per reinvestire la liquidità nel mercato finanziario oggi non risulta essere la soluzione più profittevole per sviluppare reddito nel lungo periodo. 

Anche prendersela comoda, non avere fretta e aspettare sperando nella “ripresa del mercato” non sembra essere la scelta migliore. Un immobile sfitto produce costi di gestione ed è soggetto a deterioramento.  

Questi tre elementi portano quindi ad approfondire una modalità diversa per investire nel mercato immobiliare. Affittare una proprietà risulta essere la risposta migliore per mantenere nel tempo la proprietà realizzando rendimenti positivi. 

Una normativa fiscale favorevole

Un aiuto è arrivato anche dalla normativa fiscale. L’aspetto “tasse” è notevolmente cambiato, in particolare con l’introduzione della cedolare secca. Il proprietario può risparmiare sulla tassazione comprendendo in un’unica imposta Irpef, addizionale comunale e regionale, imposta di registro e bollo calcolate.  La cedolare secca prevede due aliquote: una al 21% per i contratti a canone libero (4+4) e una al 10% per i contratti a canone concordato (3+2, con condizioni contrattuali predefinite a livello locale). 

Il nostro consiglio 

Possiamo dire che siamo in un buon momento per entrare nel mercato immobiliare o per mettere a reddito un immobile già in proprietà e prima sfitto. La politica fiscale favorevole, i prezzi degli immobili vantaggiosi, la forte domanda, i bassi tassi di interesse, le basse rendite finanziarie, stanno spingendo verso l’alto il mercato dell’affitto con una tendenza ormai consolidata e crescente, iniziata nel 2008.  

L’affitto è oggi quindi la soluzione migliore per mantenere sul lungo periodo la proprietà dell’immobile e per affrontare al meglio l'attuale situazione del mercato immobiliare. Senza dimenticare che un immobile, se trattato con cura e ben gestito, rimane nel tempo una fonte costante di reddito e una parte integrante del proprio patrimonio familiare.